FAQ Area Clinica
Lo psicologo è un professionista che si occupa della salute mentale e del benessere della persona, del gruppo, degli organismi sociali e delle comunità utilizzando strumenti diagnostici, di prevenzione, cura e riabilitazione scientificamente validati.
Ne richiedono l’intervento individui, coppie e famiglie che sentono la necessità di migliorare la propria qualità di vita o che si trovano ad affrontare cambiamenti legati al ciclo di vita, stress, malattie, traumi, problematiche legate a crisi esistenziali o lavorative, dipendenze, problemi sessuali o psicosomatici, fobie, attacchi di panico, depressioni o disagi psichici.
I genitori che vogliono migliorare le relazioni con i propri figli, per affrontare disagi evolutivi ed adolescenziali, disabilità o che necessitano di supporto in conseguenza a separazioni, problemi scolastici o di dipendenza, adozioni e affidamenti.
Gli sportivi per la preparazione psicofisica, la gestione dello stress, l’incremento di abilità cognitive e motivazionali.
I gruppi e le comunità per migliorare il clima interno e le dinamiche relazionali, per promuovere l’empowerment e l’integrazione, per gestire i conflitti e proporre modelli di vita adeguati, una corretta educazione alla salute, la sicurezza viaria.
Le scuole e le aziende industriali, sanitarie ed ospedaliere per migliorare la qualità dell’ambiente, la sicurezza, le relazioni e l’integrazione, la comunicazione, prevenire ed affrontare problematiche organizzative, interventi ergonomici sull’ambiente, selezione del personale e sviluppo delle risorse umane e motivazionali, indagini di mercato e di prodotto, formazione del personale e del management, orientamento scolastico e formativo.
L’Ordine Psicologi Emilia Romagna, con l’obiettivo di tutelare tutti coloro che si rivolgono a psicologi professionisti, ha realizzato questa breve guida nella quale vengono fornite alcune indicazioni generali rispetto alle caratteristiche essenziali di un rapporto professionale corretto:
- Iscrizione Albo degli Psicologi: verificabile sull’Albo on-line dell’Ordine degli Psicologi della Regione di iscrizione o presso l’Ordine Nazionale;
- Iscrizione all’elenco degli Psicologi-Psicoterapeuti (in caso di prestazioni psicoterapeutiche): verificabile presso l’Ordine degli Psicologi della Regione di iscrizione o presso l’Ordine Nazionale;
- Rispetto delle normative sulla Privacy: lo psicologo deve far firmare al cliente una dichiarazione di autorizzazione al trattamento dei dati sia generici sia sensibili ed eventualmente rilasciarne copia;
- Rispetto del codice deontologico;
- Assenza di commistioni tra ruolo professionale e vita privata che possano interferire con l’attività professionale;
- Rispetto del segreto professionale e dei suoi limiti;
- Definizione chiara dei compensi e delle regole di incarico;
- Rilascio di documentazione fiscale del pagamento (fattura/ricevuta);
- Livello adeguato di preparazione e costante aggiornamento professionale.
L’art. 9 del D.L. n. 1/2012 (così come convertito dalla Legge n. 27/2012) ha abolito le tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordinistico che, dunque, devono ritenersi abrogate a far data dal 24 gennaio 2012.
Ciò nonostante l’Ordine Psicologi Emilia Romagna ha deciso di lasciare a disposizione di tutti i cittadini i precedenti tariffari come utile punto di riferimento, sia pure non vincolante, per ricevere un orientamento in merito alle tariffe che possono essere richieste dai diversi Professionisti in base alle diverse richieste del cliente.
Lo psicoterapeuta è il professionista psicologo, o anche medico, che ha conseguito una specifica formazione professionale di durata almeno quadriennale, presso scuole pubbliche o private riconosciute dal MIUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca).
Lo Psicologo abilitato all’esercizio della Psicoterapia è in possesso di una specifica Specializzazione in psicoterapia, formazione post-universitaria di quattro anni. Tale formazione consente l’acquisizione di metodologie atte al trattamento delle patologie in ambito psicologico: negli anni sono stati sviluppati al riguardo diversi orientamenti teorici e di intervento che utilizzano strumenti di cura in parte differenziati per affrontare i diversi disturbi nella loro specificità.
Non c’è una differenza riconosciuta per legge. La Psicoanalisi è una delle forme di psicoterapia esistenti. Sebbene nata per prima, ne sono seguite molte altre: oggi si contano circa 500 scuole di psicoterapia in tutto il mondo e i modelli di riferimento sono in continuo aumento. Si può dire perciò che la psicoanalisi è un tipo di psicoterapia, ma la psicoterapia non è necessariamente ed esclusivamente psicoanalisi.
Quindi, lo psicoanalista è uno psicoterapeuta specializzato nella psicoanalisi di Freud e dei suoi successori. Lo psicoanalista può essere laureato in Medicina o in Psicologia con successiva iscrizione all’Ordine dei Medici o a quello degli Psicologi e ha frequentato successivamente una scuola di formazione in Psicoanalisi. Lo psicoanalista, se non è anche medico, non può prescrivere farmaci.
Lo psichiatra è laureato in Medicina e ha una specializzazione in Psichiatria, con una formazione di base medico-farmacologica. Ha una preparazione che gli permette di utilizzare farmaci per la cura del disagio psichico; prima di prescrivere un farmaco, conduce un’indagine per capire la natura del problema da curare, così come segue via via i progressi della cura; per far ciò si avvale del colloquio, strumento di indagine. Lo psichiatra, dunque, cura i disturbi psichici e le malattie mentali e usa prevalentemente una terapia farmacologica che talvolta può essere integrata con la psicoterapia.
Infatti, uno psichiatra potrebbe anche essere psicoterapeuta ma per questo deve aver maturato una specifica formazione di 4 o 5 anni presso una scuola universitaria o privata riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR).
Lo psichiatra, anche se psicoterapeuta, risulterà iscritto all’Ordine dei Medici e non a quello degli Psicologi. In sostanza, lo psichiatra utilizza farmaci, raramente fa interventi psicoterapeutici strutturati, più frequentemente usa lo strumento del colloquio per seguire i progressi e tarare la cura farmacologica somministrata, mentre lo psicoterapeuta, se non ha una laurea in medicina, per legge non può prescrivere farmaci, ma lavora attraverso il colloquio in modo strutturato per favorire la conoscenza e il cambiamento della persona.
Psicoterapia e terapia farmacologica sono comunque modi diversi di lavorare sulle e con le persone e in ogni caso la terapia farmacologica non può sostituirsi alla psicoterapia, in quanto non si pone gli stessi obiettivi e non ha la stessa funzione, né gli stessi meccanismi di azione.
Il neurologo è laureato in Medicina e ha una specializzazione in Neurologia. Cura le malattie del sistema nervoso centrale e periferico (ad es. epilessia, sclerosi multipla, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, ecc.) con una terapia farmacologia.
È frequente la collaborazione tra queste varie figure professionali sopra menzionate.
Talvolta le persone credono che parlare con uno Psicologo sia come fare quattro chiacchiere con un amico e ricevere dei consigli. D’altro canto, c’è chi ritiene che dallo Psicologo vada chi si trova in situazioni estreme, di malattia mentale o pazzia o chi è incapace a risolvere da solo i propri problemi.
Non è così
Lo Psicologo non è un amico. Non giudica, non dà consigli, non ha un modello morale o ideologico a cui faccia riferimento durante il suo lavoro, parte dal presupposto di assoluta legittimità e rispetto del punto di vista dell’altro e per questo mette a disposizione le sue conoscenze per costruire insieme un percorso che porti al benessere personale, familiare e sociale. Ciò che interessa allo Psicologo è che la persona trovi una sua modalità per affrontare i problemi, che gli consenta di stare bene con se stesso nel mondo.
A differenza di un amico, quando uno Psicologo propone un modo nuovo di vedere le cose, lo fa per favorire una sperimentazione e non per far valere le proprie convinzioni o indirizzare la persona verso una strada prestabilita. Lo Psicologo parte dal presupposto che non esista un benessere oggettivo che vada bene per tutti e che la soluzione non sia sempre quella che lo Psicologo stesso sceglierebbe per se stesso. L’amicizia, al contrario, è spesso basata sulla condivisione di pensieri, valori, prospettive e implicazioni da cui è difficile allontanarsi. Un amico non possiede conoscenze sul funzionamento della mente, sulle tecniche psicologiche e psicoterapeutiche, sulle teorie esplicite ed implicite da cui muove il comportamento umano, è non è competente per gestire le dinamiche emotive e di ruolo che emergono nei colloqui. Inoltre, la persona, conoscendo il suo interlocutore, ha già una sua teoria e delle anticipazioni sul modo in cui l’amico reagirà e questo non permette di fare un’esperienza relazionale nuova e significativamente coinvolgente, tale per cui si possano costruire delle alternative più soddisfacenti al proprio modo di stare con gli altri.
Infine, cosa fondamentale, lo Psicologo è tenuto per legge al segreto professionale. Questo permette alla persona di poter decidere se, come e quando parlare di alcuni aspetti personali o eventi di vita che hanno implicazioni sugli altri. Questo è vero anche nella terapia di coppia, familiare e di gruppo.
Lungo la vita, ognuno di noi si trova continuamente di fronte ad insicurezze, complicazioni, ostacoli di varia natura (timidezza, scarsa autostima, ansia da prestazione, panico, stress, tristezza, insonnia, litigi di coppia, conflitti sociali, contrasti familiari, disturbi sessuali o alimentari…) ma che nella maggior parte dei casi, da solo o con un piccolo supporto riesce a superare. A volte però, lo sforzo non è sufficiente, le cose non vanno come ci si aspettava e simili difficoltà possono trasformarsi in problemi, pesi sempre più insostenibili, nodi che sembrano irrisolvibili. Certo, possiamo dirci che “Forse si risolve da solo”, “In fondo è soltanto un periodo”, “Forse mi basta un po’ di relax”; la vita ci offre spesso la possibilità di superare i nostri problemi. Ma quando sentiamo che questi, per via di un momento acuto o perchè cronicizzati da troppo tempo, stanno appesantendo la nostra vita, peggiorando le nostre relazioni, ostacolando i nostri obiettivi, allora lo psicologo è il professionista preparato a cui rivolgersi.
Dipende dagli approcci: va dai 45-50 minuti di alcuni approcci, all’ora esatta di altri, all’ora e mezza delle terapie di coppia o di gruppo, ecc. Questa regola è utile per diversi motivi: prima di tutto permette al professionista un’estrema puntualità, dando appuntamenti in modo che non si accavallino mai, inoltre dà al paziente un “contenitore” preciso, che ha un inizio e una fine già stabiliti; infine permette alla persona di riconoscere quello spazio e quel tempo come proprio.
Gli incontri sono generalmente una volta a settimana, o una volta ogni due settimane, in base alla valutazione del professionista e alle esigenze della persona.
Sì. Le spese sostenute per sedute di psicoterapia e di sostegno psicologico, purché appositamente fatturate, possono essere portate in detrazione al capitolo “Spese mediche e sanitarie” in misura del 19%, fino ad un tetto massimo di €15493,71 all’anno. Il terapeuta deve, infatti, rilasciare apposita fattura attestante l’importo della sua tariffa, i suoi dati fiscali e quelli di iscrizione all’Albo degli Psicologi. Non si possono infatti detrarre spese di sedute svolte con persone non regolarmente iscritte all’Albo. Inoltre, trattandosi di spese esenti da IVA in quanto sanitarie, le fatture di importo superiore a €77,47 devono recare anche una marca da bollo da €2.
Dal 1° Gennaio 2020 (proroga fino a Maggio 2020) per poter scaricare come oneri deducibili le prestazioni sanitarie è necessario effettuare il pagamento in modalità tracciabile: bonifico bancario, assegno, bancomat/carta di credito.
Esistono diversi metodi di intervento psicoterapeutico, distinti in base al campo di intervento (psicoterapie per il bambino, per l’adolescente, per l’adulto), alla modalità di intervento (si agisce a livello familiare, di coppia, di gruppo, individuale), e infine in base a differenti modelli teorici (modello psicoanalitico-psicodinamico, gruppo-analitico, cognitivo-comportamentale, sistemico, gestaltico, bioenergetico, analitico transazionale, etc.). Ciascun orientamento teorico si basa su una propria teoria della mente, che sottende alle tecniche utilizzate e un proprio concetto di cambiamento. Alcuni modelli teorici funzionano bene per certe tipologie di disturbi e meno per altre; altri modelli, invece, agiscono bene sulla totalità dei disturbi psicologici e delle situazionidisfunzionali.
Infine, ogni terapeuta, per le sue peculiari caratteristiche e il suo background personale, sceglie di indirizzarsi verso quel dato modello teorico e quel dato metodo di intervento, giungendo a definire un mix unico e irripetibile. A ciò si aggiunge poi l’incontro unico e irripetibile tra quel particolare cliente e quel particolare psicoterapeuta.
Non occorre essere “matti” o “malati” per rivolgersi ad uno psicologo.
Quando stiamo affrontando alcuni momenti critici della vita che mettono a repentaglio la nostra serenità o il nostro benessere.
Quando l’aiuto delle persone a noi vicine (amici, parenti) non è sufficiente per superare la confusione, il disagio o la sofferenza.
Quando ci si sente soli, impotenti, abbandonati e senza una via d’uscita.
Quando il malessere che sentiamo dentro si è radicato al punto da diventare una parte di noi, e rischiamo di rassegnarci ad esso.
Quando cambiamenti e tappe importanti della vita (come la fine di una relazione sentimentale, sposarsi e avere dei figli, cambiare lavoro o città, affrontare una malattia o un lutto, e così via) vengono vissuti con malessere, disagio, sentimenti negativi quali tristezza, rabbia, sensi di colpa e vergogna oppure con eccessiva stanchezza e sintomi fisici per noi inusuali.
Quando manifestiamo una sintomatologia (ansia, depressione, disturbi alimentari, disturbi psicosomatici) che interferisce con la nostra vita e ci fa star male, impedendoci di vivere una vita piena e soddisfacente.
Quando qualcosa dentro di noi non va, quando sentiamo che vorremmo fare qualcosa di diverso o essere diversi ma non riusciamo, allora rivolgersi a uno psicologo può risultare molto utile per riappropriarsi della propria vita.
Uno psicologo ha acquisito gli strumenti per comprendere l’origine e le ragioni da cui nasce il malessere, ed è in grado di fornire quelle strategie e quelle tecniche che permettono alla persona di guardare a se stessa in maniera diversa da prima e funzionale al superamento del problema e del blocco che si è creato nella propria esistenza, supportandola nel percorso di cambiamento. Egli utilizza diversi metodi per raggiungere l’obiettivo del cambiamento: la parola, la relazione, il gioco, l’ascolto attivo e altre tecniche specifiche. Il processo che conduce al cambiamento della persona si sviluppa all’interno della relazione tra cliente e psicologo, quindi all’interno di una relazione interpersonale, in cui una delle parti vive un disagio e sente di non avere gli strumenti per risolverlo. Il cambiamento passa attraverso una maggiore consapevolezza di sé, dei propri pensieri, delle proprie emozioni, dei propri comportamenti; e conduce verso l’accettazione di queste parti di sé e all’individuazione delle alternative di comportamento; porta alla riscoperta delle risorse personali dapprima svalutate; spinge al superamento della passività; supporta nella presa di nuove decisioni su di sé e la propria vita.
Il primo colloquio fa parte di un ciclo di circa 3-4 incontri (definiti di assessment) necessari a definire il problema, delineare gli obiettivi del percorso e stabilire un contratto. In particolare, il primo colloquio è mirato ad individuare con chiarezza la richiesta del cliente, e identificare il quadro generico del tipo di problematiche emotive della persona e delle tensioni esterne ed interne che hanno fatto sì che il disagio esplodesse proprio in quel momento. Inoltre, lo scopo del primo colloquio è la conoscenza reciproca, tramite una raccolta e uno scambio di informazioni.
È difficile stabilire a priori la durata di un percorso psicologico. Tutto dipende da molteplici fattori: la tipologia di problema, gli obiettivi, la motivazione al cambiamento, la disponibilità economica e di tempo, l’esistenza o meno di risorse ambientali (relazioni, lavoro, gruppi d’appartenenza ecc.), l’età, mutamenti o fatti significativi che intervengono nella vita quotidiana ecc. Inoltre le caratteristiche uniche e peculiari di ciascuna persona portano a risultati differenti in tempi differenti.
Un percorso psicologico richiede un certo grado di impegno e di coinvolgimento personale, risulta apparentemente dispendioso di tempo e di risorse. In realtà diversi studi dimostrano il contrario. È emerso infatti che la psicoterapia risulta essere l’intervento elettivo, risolutivo nel tempo e più efficace per la gran parte dei problemi di natura psicologica. Questo, ribalta la prospettiva: da questo punto di vista la psicoterapia fa guadagnare tempo e risorse; aumenta la possibilità di scelta e, quindi, di libertà dell’individuo. Anche gli ultimi studi delle neuroscienze dimostrano che la psicoterapia, tramite l’uso della parola e della relazione con lo psicoterapeuta, è in grado di modificare le connessioni neuronali. Ovviamente, in alcuni casi specifici e particolari, è necessaria l’azione combinata di psicoterapia e psicofarmaci.
Lo psicologo è un professionista che si occupa della salute mentale e del benessere della persona, del gruppo, degli organismi sociali e delle comunità utilizzando strumenti diagnostici, di prevenzione, cura e riabilitazione scientificamente validati.
Ne richiedono l’intervento individui, coppie e famiglie che sentono la necessità di migliorare la propria qualità di vita o che si trovano ad affrontare cambiamenti legati al ciclo di vita, stress, malattie, traumi, problematiche legate a crisi esistenziali o lavorative, dipendenze, problemi sessuali o psicosomatici, fobie, attacchi di panico, depressioni o disagi psichici.
I genitori che vogliono migliorare le relazioni con i propri figli, per affrontare disagi evolutivi ed adolescenziali, disabilità o che necessitano di supporto in conseguenza a separazioni, problemi scolastici o di dipendenza, adozioni e affidamenti.
Gli sportivi per la preparazione psicofisica, la gestione dello stress, l’incremento di abilità cognitive e motivazionali.
I gruppi e le comunità per migliorare il clima interno e le dinamiche relazionali, per promuovere l’empowerment e l’integrazione, per gestire i conflitti e proporre modelli di vita adeguati, una corretta educazione alla salute, la sicurezza viaria.
Le scuole e le aziende industriali, sanitarie ed ospedaliere per migliorare la qualità dell’ambiente, la sicurezza, le relazioni e l’integrazione, la comunicazione, prevenire ed affrontare problematiche organizzative, interventi ergonomici sull’ambiente, selezione del personale e sviluppo delle risorse umane e motivazionali, indagini di mercato e di prodotto, formazione del personale e del management, orientamento scolastico e formativo.
L’Ordine Psicologi Emilia Romagna, con l’obiettivo di tutelare tutti coloro che si rivolgono a psicologi professionisti, ha realizzato questa breve guida nella quale vengono fornite alcune indicazioni generali rispetto alle caratteristiche essenziali di un rapporto professionale corretto:
- Iscrizione Albo degli Psicologi: verificabile sull’Albo on-line dell’Ordine degli Psicologi della Regione di iscrizione o presso l’Ordine Nazionale;
- Iscrizione all’elenco degli Psicologi-Psicoterapeuti (in caso di prestazioni psicoterapeutiche): verificabile presso l’Ordine degli Psicologi della Regione di iscrizione o presso l’Ordine Nazionale;
- Rispetto delle normative sulla Privacy: lo psicologo deve far firmare al cliente una dichiarazione di autorizzazione al trattamento dei dati sia generici sia sensibili ed eventualmente rilasciarne copia;
- Rispetto del codice deontologico;
- Assenza di commistioni tra ruolo professionale e vita privata che possano interferire con l’attività professionale;
- Rispetto del segreto professionale e dei suoi limiti;
- Definizione chiara dei compensi e delle regole di incarico;
- Rilascio di documentazione fiscale del pagamento (fattura/ricevuta);
- Livello adeguato di preparazione e costante aggiornamento professionale.
L’art. 9 del D.L. n. 1/2012 (così come convertito dalla Legge n. 27/2012) ha abolito le tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordinistico che, dunque, devono ritenersi abrogate a far data dal 24 gennaio 2012.
Ciò nonostante l’Ordine Psicologi Emilia Romagna ha deciso di lasciare a disposizione di tutti i cittadini i precedenti tariffari come utile punto di riferimento, sia pure non vincolante, per ricevere un orientamento in merito alle tariffe che possono essere richieste dai diversi Professionisti in base alle diverse richieste del cliente.
Lo psicoterapeuta è il professionista psicologo, o anche medico, che ha conseguito una specifica formazione professionale di durata almeno quadriennale, presso scuole pubbliche o private riconosciute dal MIUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca).
Lo Psicologo abilitato all’esercizio della Psicoterapia è in possesso di una specifica Specializzazione in psicoterapia, formazione post-universitaria di quattro anni. Tale formazione consente l’acquisizione di metodologie atte al trattamento delle patologie in ambito psicologico: negli anni sono stati sviluppati al riguardo diversi orientamenti teorici e di intervento che utilizzano strumenti di cura in parte differenziati per affrontare i diversi disturbi nella loro specificità.
Non c’è una differenza riconosciuta per legge. La Psicoanalisi è una delle forme di psicoterapia esistenti. Sebbene nata per prima, ne sono seguite molte altre: oggi si contano circa 500 scuole di psicoterapia in tutto il mondo e i modelli di riferimento sono in continuo aumento. Si può dire perciò che la psicoanalisi è un tipo di psicoterapia, ma la psicoterapia non è necessariamente ed esclusivamente psicoanalisi.
Quindi, lo psicoanalista è uno psicoterapeuta specializzato nella psicoanalisi di Freud e dei suoi successori. Lo psicoanalista può essere laureato in Medicina o in Psicologia con successiva iscrizione all’Ordine dei Medici o a quello degli Psicologi e ha frequentato successivamente una scuola di formazione in Psicoanalisi. Lo psicoanalista, se non è anche medico, non può prescrivere farmaci.
Lo psichiatra è laureato in Medicina e ha una specializzazione in Psichiatria, con una formazione di base medico-farmacologica. Ha una preparazione che gli permette di utilizzare farmaci per la cura del disagio psichico; prima di prescrivere un farmaco, conduce un’indagine per capire la natura del problema da curare, così come segue via via i progressi della cura; per far ciò si avvale del colloquio, strumento di indagine. Lo psichiatra, dunque, cura i disturbi psichici e le malattie mentali e usa prevalentemente una terapia farmacologica che talvolta può essere integrata con la psicoterapia.
Infatti, uno psichiatra potrebbe anche essere psicoterapeuta ma per questo deve aver maturato una specifica formazione di 4 o 5 anni presso una scuola universitaria o privata riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR).
Lo psichiatra, anche se psicoterapeuta, risulterà iscritto all’Ordine dei Medici e non a quello degli Psicologi. In sostanza, lo psichiatra utilizza farmaci, raramente fa interventi psicoterapeutici strutturati, più frequentemente usa lo strumento del colloquio per seguire i progressi e tarare la cura farmacologica somministrata, mentre lo psicoterapeuta, se non ha una laurea in medicina, per legge non può prescrivere farmaci, ma lavora attraverso il colloquio in modo strutturato per favorire la conoscenza e il cambiamento della persona.
Psicoterapia e terapia farmacologica sono comunque modi diversi di lavorare sulle e con le persone e in ogni caso la terapia farmacologica non può sostituirsi alla psicoterapia, in quanto non si pone gli stessi obiettivi e non ha la stessa funzione, né gli stessi meccanismi di azione.
Il neurologo è laureato in Medicina e ha una specializzazione in Neurologia. Cura le malattie del sistema nervoso centrale e periferico (ad es. epilessia, sclerosi multipla, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, ecc.) con una terapia farmacologia.
È frequente la collaborazione tra queste varie figure professionali sopra menzionate.
Talvolta le persone credono che parlare con uno Psicologo sia come fare quattro chiacchiere con un amico e ricevere dei consigli. D’altro canto, c’è chi ritiene che dallo Psicologo vada chi si trova in situazioni estreme, di malattia mentale o pazzia o chi è incapace a risolvere da solo i propri problemi.
Non è così
Lo Psicologo non è un amico. Non giudica, non dà consigli, non ha un modello morale o ideologico a cui faccia riferimento durante il suo lavoro, parte dal presupposto di assoluta legittimità e rispetto del punto di vista dell’altro e per questo mette a disposizione le sue conoscenze per costruire insieme un percorso che porti al benessere personale, familiare e sociale. Ciò che interessa allo Psicologo è che la persona trovi una sua modalità per affrontare i problemi, che gli consenta di stare bene con se stesso nel mondo.
A differenza di un amico, quando uno Psicologo propone un modo nuovo di vedere le cose, lo fa per favorire una sperimentazione e non per far valere le proprie convinzioni o indirizzare la persona verso una strada prestabilita. Lo Psicologo parte dal presupposto che non esista un benessere oggettivo che vada bene per tutti e che la soluzione non sia sempre quella che lo Psicologo stesso sceglierebbe per se stesso. L’amicizia, al contrario, è spesso basata sulla condivisione di pensieri, valori, prospettive e implicazioni da cui è difficile allontanarsi. Un amico non possiede conoscenze sul funzionamento della mente, sulle tecniche psicologiche e psicoterapeutiche, sulle teorie esplicite ed implicite da cui muove il comportamento umano, è non è competente per gestire le dinamiche emotive e di ruolo che emergono nei colloqui. Inoltre, la persona, conoscendo il suo interlocutore, ha già una sua teoria e delle anticipazioni sul modo in cui l’amico reagirà e questo non permette di fare un’esperienza relazionale nuova e significativamente coinvolgente, tale per cui si possano costruire delle alternative più soddisfacenti al proprio modo di stare con gli altri.
Infine, cosa fondamentale, lo Psicologo è tenuto per legge al segreto professionale. Questo permette alla persona di poter decidere se, come e quando parlare di alcuni aspetti personali o eventi di vita che hanno implicazioni sugli altri. Questo è vero anche nella terapia di coppia, familiare e di gruppo.
Lungo la vita, ognuno di noi si trova continuamente di fronte ad insicurezze, complicazioni, ostacoli di varia natura (timidezza, scarsa autostima, ansia da prestazione, panico, stress, tristezza, insonnia, litigi di coppia, conflitti sociali, contrasti familiari, disturbi sessuali o alimentari…) ma che nella maggior parte dei casi, da solo o con un piccolo supporto riesce a superare. A volte però, lo sforzo non è sufficiente, le cose non vanno come ci si aspettava e simili difficoltà possono trasformarsi in problemi, pesi sempre più insostenibili, nodi che sembrano irrisolvibili. Certo, possiamo dirci che “Forse si risolve da solo”, “In fondo è soltanto un periodo”, “Forse mi basta un po’ di relax”; la vita ci offre spesso la possibilità di superare i nostri problemi. Ma quando sentiamo che questi, per via di un momento acuto o perchè cronicizzati da troppo tempo, stanno appesantendo la nostra vita, peggiorando le nostre relazioni, ostacolando i nostri obiettivi, allora lo psicologo è il professionista preparato a cui rivolgersi.
Dipende dagli approcci: va dai 45-50 minuti di alcuni approcci, all’ora esatta di altri, all’ora e mezza delle terapie di coppia o di gruppo, ecc. Questa regola è utile per diversi motivi: prima di tutto permette al professionista un’estrema puntualità, dando appuntamenti in modo che non si accavallino mai, inoltre dà al paziente un “contenitore” preciso, che ha un inizio e una fine già stabiliti; infine permette alla persona di riconoscere quello spazio e quel tempo come proprio.
Gli incontri sono generalmente una volta a settimana, o una volta ogni due settimane, in base alla valutazione del professionista e alle esigenze della persona.
Sì. Le spese sostenute per sedute di psicoterapia e di sostegno psicologico, purché appositamente fatturate, possono essere portate in detrazione al capitolo “Spese mediche e sanitarie” in misura del 19%, fino ad un tetto massimo di €15493,71 all’anno. Il terapeuta deve, infatti, rilasciare apposita fattura attestante l’importo della sua tariffa, i suoi dati fiscali e quelli di iscrizione all’Albo degli Psicologi. Non si possono infatti detrarre spese di sedute svolte con persone non regolarmente iscritte all’Albo. Inoltre, trattandosi di spese esenti da IVA in quanto sanitarie, le fatture di importo superiore a €77,47 devono recare anche una marca da bollo da €2.
Dal 1° Gennaio 2020 (proroga fino a Maggio 2020) per poter scaricare come oneri deducibili le prestazioni sanitarie è necessario effettuare il pagamento in modalità tracciabile: bonifico bancario, assegno, bancomat/carta di credito.
Esistono diversi metodi di intervento psicoterapeutico, distinti in base al campo di intervento (psicoterapie per il bambino, per l’adolescente, per l’adulto), alla modalità di intervento (si agisce a livello familiare, di coppia, di gruppo, individuale), e infine in base a differenti modelli teorici (modello psicoanalitico-psicodinamico, gruppo-analitico, cognitivo-comportamentale, sistemico, gestaltico, bioenergetico, analitico transazionale, etc.). Ciascun orientamento teorico si basa su una propria teoria della mente, che sottende alle tecniche utilizzate e un proprio concetto di cambiamento. Alcuni modelli teorici funzionano bene per certe tipologie di disturbi e meno per altre; altri modelli, invece, agiscono bene sulla totalità dei disturbi psicologici e delle situazionidisfunzionali.
Infine, ogni terapeuta, per le sue peculiari caratteristiche e il suo background personale, sceglie di indirizzarsi verso quel dato modello teorico e quel dato metodo di intervento, giungendo a definire un mix unico e irripetibile. A ciò si aggiunge poi l’incontro unico e irripetibile tra quel particolare cliente e quel particolare psicoterapeuta.
Non occorre essere “matti” o “malati” per rivolgersi ad uno psicologo.
Quando stiamo affrontando alcuni momenti critici della vita che mettono a repentaglio la nostra serenità o il nostro benessere.
Quando l’aiuto delle persone a noi vicine (amici, parenti) non è sufficiente per superare la confusione, il disagio o la sofferenza.
Quando ci si sente soli, impotenti, abbandonati e senza una via d’uscita.
Quando il malessere che sentiamo dentro si è radicato al punto da diventare una parte di noi, e rischiamo di rassegnarci ad esso.
Quando cambiamenti e tappe importanti della vita (come la fine di una relazione sentimentale, sposarsi e avere dei figli, cambiare lavoro o città, affrontare una malattia o un lutto, e così via) vengono vissuti con malessere, disagio, sentimenti negativi quali tristezza, rabbia, sensi di colpa e vergogna oppure con eccessiva stanchezza e sintomi fisici per noi inusuali.
Quando manifestiamo una sintomatologia (ansia, depressione, disturbi alimentari, disturbi psicosomatici) che interferisce con la nostra vita e ci fa star male, impedendoci di vivere una vita piena e soddisfacente.
Quando qualcosa dentro di noi non va, quando sentiamo che vorremmo fare qualcosa di diverso o essere diversi ma non riusciamo, allora rivolgersi a uno psicologo può risultare molto utile per riappropriarsi della propria vita.
Uno psicologo ha acquisito gli strumenti per comprendere l’origine e le ragioni da cui nasce il malessere, ed è in grado di fornire quelle strategie e quelle tecniche che permettono alla persona di guardare a se stessa in maniera diversa da prima e funzionale al superamento del problema e del blocco che si è creato nella propria esistenza, supportandola nel percorso di cambiamento. Egli utilizza diversi metodi per raggiungere l’obiettivo del cambiamento: la parola, la relazione, il gioco, l’ascolto attivo e altre tecniche specifiche. Il processo che conduce al cambiamento della persona si sviluppa all’interno della relazione tra cliente e psicologo, quindi all’interno di una relazione interpersonale, in cui una delle parti vive un disagio e sente di non avere gli strumenti per risolverlo. Il cambiamento passa attraverso una maggiore consapevolezza di sé, dei propri pensieri, delle proprie emozioni, dei propri comportamenti; e conduce verso l’accettazione di queste parti di sé e all’individuazione delle alternative di comportamento; porta alla riscoperta delle risorse personali dapprima svalutate; spinge al superamento della passività; supporta nella presa di nuove decisioni su di sé e la propria vita.
Il primo colloquio fa parte di un ciclo di circa 3-4 incontri (definiti di assessment) necessari a definire il problema, delineare gli obiettivi del percorso e stabilire un contratto. In particolare, il primo colloquio è mirato ad individuare con chiarezza la richiesta del cliente, e identificare il quadro generico del tipo di problematiche emotive della persona e delle tensioni esterne ed interne che hanno fatto sì che il disagio esplodesse proprio in quel momento. Inoltre, lo scopo del primo colloquio è la conoscenza reciproca, tramite una raccolta e uno scambio di informazioni.
È difficile stabilire a priori la durata di un percorso psicologico. Tutto dipende da molteplici fattori: la tipologia di problema, gli obiettivi, la motivazione al cambiamento, la disponibilità economica e di tempo, l’esistenza o meno di risorse ambientali (relazioni, lavoro, gruppi d’appartenenza ecc.), l’età, mutamenti o fatti significativi che intervengono nella vita quotidiana ecc. Inoltre le caratteristiche uniche e peculiari di ciascuna persona portano a risultati differenti in tempi differenti.
Un percorso psicologico richiede un certo grado di impegno e di coinvolgimento personale, risulta apparentemente dispendioso di tempo e di risorse. In realtà diversi studi dimostrano il contrario. È emerso infatti che la psicoterapia risulta essere l’intervento elettivo, risolutivo nel tempo e più efficace per la gran parte dei problemi di natura psicologica. Questo, ribalta la prospettiva: da questo punto di vista la psicoterapia fa guadagnare tempo e risorse; aumenta la possibilità di scelta e, quindi, di libertà dell’individuo. Anche gli ultimi studi delle neuroscienze dimostrano che la psicoterapia, tramite l’uso della parola e della relazione con lo psicoterapeuta, è in grado di modificare le connessioni neuronali. Ovviamente, in alcuni casi specifici e particolari, è necessaria l’azione combinata di psicoterapia e psicofarmaci.
Ogni viaggio di mille miglia inizia con un piccolo passo
Lao Tze